Roma segue gli esempi di Olanda e Gran Bretagna, dove le discoteche sono alimentate da chi balla. Per unire nottambuli ed ambientalisti
Nasce all’ Eur il nuovo progetto di “Ecosphere”, piattaforma che vuole aggregare e
nti pubblici, privati e associazioni nell’approfondimento del tema della sostenibilità. Si chiama Ecos Natural Disco ed è la prima discoteca, in Italia, progettata e realizzata all’insegna del riutilizzo e della tutela ambientale. Ancora non si sa molto del progetto e l’inaugurazione del 28 maggio è stata posticipata a data da destinarsi a causa di problemi burocratici. Ma sicuramente gli esempi in Europa e negli Stati Uniti sapranno stimolare ulteriormente la fantasia dei progettisti italiani.
L’idea nasce a Londra, grazie a Sir Andrew Charalambous, importante figura d
ell’associazione “Club4climate” che promuove il ballo eco sostenibile, detto anche “Dr.Hearth”. Il Sustainable Dan
ce Club funziona con lo stesso principio dell’accendigas, cioè una proprietà di alcuni cristalli, detta piezoelettricità, che genera una differenza di potenziale quando soggetti a una pressione meccanica. La pista da ballo s
ostenuta da molle che oscillano azionando dei generatori a cristalli capaci di produrre energia elettrica. Questa ener
gia viene immagazzinata con batterie riciclabili, garantendo al locale più del 50% del fabbisogno.
Anche in Olanda, a Rotterdam, esiste una discoteca ecosostenibile: il Watt club. Qui si converte l’energia cinetica in energia elettrica pulita, in sostanza si alimenta il locale ballando. Ma non è la sua unica caratteristica, tutto qui è all’insegna del riciclo. Perché se si risparmia energia da un lato, non ha senso inquinare con bicchieri o sprecare l’acqua per la toilette. Al Watt Club le bevande e il cibo sono serviti in recipienti in policarbonato, l’acqua del wc è esclusivamente acqua piovana. Ma la cosa più importante, che forse in Italia scoraggerebbe tutti i nottambuli: l’ingresso è aperto solo a chi dimostra di essere arrivato fin lì a piedi, in bici o con un mezzo pubblico. Il neo ovviamente sta sempre nel costo di queste strutture: solo il pavimento del Watt Club è costato 257.000 dollari, sicuramente un investimento accessibile a pochi imprenditori.
Anche New York, ovviamente, si aggiudica uno dei primati del ballo ecosostenibile. Green House, nato da un progetto di Antonio di Oronzo, ha ricevuto la prestigiosa certificazione L.E.E.D. per il design e l’architettura ecosostenibile. Pareti e pavimento in bambù, banconi in vetro riciclato ed una scenografia spettacolare fatta da più di 5.000 cristalli organici pendenti dal soffitto, che vibrano al ritmo di musica.
Altre soluzioni vengono da più parti. Il Surya di Londra, dal nome della divinità induista del sole, si alimenta con energia proveniente da turbine eoliche e pannelli solari. Al Temple Nightclub di San Francisco si fa lo sconto di un dollaro sulla consumazione, se il bicchiere viene riutilizzato. Il locale è ricoperto da un giardino verticale che compensa le emissioni in atmosfera di CO2. Soluzioni un po’ più drastiche al Butterfly Social Club di Chicago. Qui i dipendenti alimentano consolle e macchina delle bevande, pedalando su una bicicletta all’ingresso del club.
La bici alimenta anche altri tipi di divertimento: allo Skycicle, la maggior attrazione del Washuzan Highland Park, parco divertimenti di Okayama, le montagne russe sono dotate di pedali e permettono il giro sulla giostra.
Chissà se il progetto Ecosphere seguirà una di queste soluzioni o ne inventerà di nuove. Attendiamo l’inaugurazione per saperne di più.
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