Riscaldamento globale? L’uomo non c’entra
in cui si ipotizza che l’innalzamento delle temperature
non dipende dall’uomo e potrebbe essere addirittura positivo
Da ormai un mese l’Italia è ufficialmente la promotrice del movimento anti-Kyoto in Europa. Dopo le dichiarazioni di Berlusconi risalenti alla fine del 2008, si è ufficializzata dal primo aprile la posizione del governo italiano in merito alle politiche ambientali. Con la mozione approvata, già ribattezzata dall’opposizione “negazionista”, si chiede esplicitamente al governo di farsi promotore della revisione del Protocollo di Kyoto, contro l’indirizzo della Commissione Europea. I 32 Senatori del PdL firmatari, con a capo il Presidente della Commissione ambientale del Senato Antonio D’Alì, chiedono non solo la revisione degli obiettivi fissati rispetto ai costi, ma anche la revisione di molte idee guida che hanno ispirato le politiche ambientali degli ultimi anni a livello internazionale.
In particolare si sostiene che una parte del mondo scientifico si oppone alla teoria del riscaldamento globale prodotto dall’uomo, che il riscaldamento non c’è (o non è dimostrato che ci sia) e che se ci fosse potrebbe essere addirittura positivo. In particolare si chiede al governo di “segnalare che il livello dell’acqua negli oceani non sta aumentando a ritmo preoccupante, che i ghiacciai basati su terraferma nelle calotte polari non si stanno sciogliendo, che il numero e l’intensità dei cicloni ed uragani tropicali non sta aumentando, che negli ultimi dieci anni la temperatura media al suolo dell’atmosfera terrestre non risulta aumentata, che secondo gli oceanografi non vi è alcun rischio di blocco della corrente del Golfo, che negli scorsi mesi si è riformata la calotta polare nella stessa estensione di venti o trenta anni fa”.
Nella mozione si critica l’atteggiamento, definito “dogmatico”, della Commissione europea rispetto al Rapporto Stern, prodotto dal Governo Inglese, nel quale si sostiene la necessità di spendere ingenti quote del PIL per evitare dissesti finanziari dovuti alle emergenze ambientali. Si legge nel testo: “Se pure vi fosse, a seguito dell'aumento della concentrazione dell'anidride carbonica nell'atmosfera, un aumento della temperatura terrestre al suolo, i conseguenti danni all'ambiente, all'economia e all'incolumità degli abitanti del pianeta sarebbero molto inferiori a quelli previsti nel citato Rapporto Stern e addirittura, al contrario, maggiori potrebbero essere i benefici".
Si contestano infine gli obiettivi e le sanzioni del protocollo 20-20-20, che prevede un rinnovamento dell'industria europea per renderla in tempi rapidi più competitiva sul mercato internazionale, diminuendo la dipendenza dai combustibili fossili. Gli obiettivi vengono definiti “in antitesi agi investimenti per la ricerca”. In particolare è contestato il rapporto costi/benefici, ponendo l’accento sul periodo critico per le economie globali, mentre si propone una riscrittura totale del protocollo dal punto di vista etico e ideologico. Unico merito da concedere alla mozione è l’esigenza di coinvolgere nelle politiche ambientali i paesi in via di sviluppo, senza i quali non ha senso fissare obiettivi che non sarebbero presi in considerazione da una grossa fetta dell’umanità.
Lo scandalo di queste dichiarazioni non stanno nel fatto che si possano esprimere in un’aula del Senato, o che siano presentate in una mozione, piuttosto quello che nessuno scienziato sia intervenuto, né pro né contro queste posizioni. Qualche voce si è levata dai banchi, una mozione del Pd è stata presentata in opposizione a questa. Ma nient’altro, forse qualche articolo qua e là.
Un rapporto pubblicato qualche tempo fa su EOS sostiene che il consenso sull’esistenza e sulle cause del cambiamento climatico arrivi al 97,5%, su un campione di 3100 scienziati impegnati nelle ricerche sul clima e dotati di grande credibilità all’interno del mondo scientifico. Questo non vuol dire che le posizioni che questi scienziati siano esatte, o che il dibattito sia chiuso e definito. Ma mi chiedo dove siano questi scienziati quando un paese come l’Italia, dotata di un certo peso in Europa, porta avanti posizioni così radicali in materie “sensibili”.
per leggere il testo della mozione anti-Kyoto
www.aconservativemind.blogspot.com/2009/04/kyoto-la-mozione-negazionista-e-piena.html
per leggere il testo del porotocllo di Kyoto
www2.minambiente.it/sito/settori_azione/pia/docs/protocollo_kyoto_it.PDF
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