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venerdì 15 maggio 2009

Italiani: no al nucleare, meglio differenziare

Il sondaggio di Eurispes “Rapporto Italia 2009” focalizzato su nucleare, rifiuti e inquinamento.

Il 45,7 % contrario alla riapertura delle centrali, contro il 38% favorevole. Indagato anche lo status della differenziata





Nel 1987 in Italia un referendum popolare bocciò il nucleare, nel 2008 il Governo Berlusconi annuncia di voler riprendere la strada abbandonata. Ma il parere degli italiani sembra andare in un’altra direzione. Da quanto emerge dal sondaggio di Eurispes “Rapporto Italia 2009”, fra i contrari e i favorevoli c’è uno scarto di 7, 4 punti percentuali. I dati sono disaggregati in base a età, orientamento politico, livello di istruzione ed occupazione. Il sondaggio, presentato, a Roma nel corso del Convegno “Il nucleare in Italia tra referendum e nuove proposte”, promosso dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione e della Facoltà di Sociologia, tocca anche temi come la raccolta differenziata, l’inquinamento, il riscaldamento, i sacrifici per migliorare la qualità dell’ambiente.


In particolare le motivazioni di chi si oppone sono rischi che tale scelta comporta (27, 3%) e il non ritenere le centrali una soluzione rapida per i problemi energetici (18, 4%) . Le motivazioni del si dividono fra coloro che la ritengono una buona soluzione (30,1%) e una minoranza favorevole ma con la possibilità di avere centrali lontane dalla propria casa (8, 2%).

Gli elettori più contrari sono quelli i sinistra (71,5%), a cui seguono quelli di centro sinistra (55,6%). Più problematica la posizione di chi si dichiara di centro: favorevoli nel 41,6% dei casi e in egual misura contrari (41,7%). Sono favorevoli nella maggior parte dei casi gli elettori di centro destra (65,9%) e di destra (55,4%).

Analizzando i dati disaggregati per età, sono i giovani fra i 25 e 34 anni ad opporsi di più (50,3%), seguiti dalla fascia 35-44 (49,8%). Infine gli studenti i più contrari (50,7%), nei dati disaggregati per occupazione.


La gestione dei rifiuti, secondo il 30,8% degli italiani, rappresenta attualmente l’emergenza ambientale sulla quale occorre maggiormente intervenire. Anche effetto serra e il riscaldamento del pianeta sembrano preoccupare molto i cittadini (24,8%), insieme all’inquinamento atmosferico (19,9%) e alla questione energetica (16,4%). Poco sentito il problema idrogeologico (5,3%).

L’ 80% si dichiara disposto a fare sacrifici per l’ambiente, in particolare la percentuale più alta si registra fra gli abitanti delle isole e nel Nord- Est.

La gestione dei rifiuti è un altro problema sentito, il 78,3% degli intervistati dichiara di fare la raccolta differenziata, contro il 19,9% che dichiara di non avere questa abitudine. Il dato è correlato con le gravi carenze che il sistema di raccolta differenziata ha nel nostro territorio. Infatti, le regioni in cui i metodi di raccolta risultano sono più efficienti e avanzati hanno un’alta percentuale di persone che adotta la differenziata: l’88,2% al Nord- Est e l’84, 3% nel Nord -. Ovest, contro il 76,6% del Centro, 76, 7% del Sud,e il 58,4% delle Isole.




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